Jean Claude Izzo

Voglio consigliarvi un libro che sto leggendo.Ecco una breve recensione:

Questo romanzo ha il sapore assoluto del mare, ha il sapore della musica, dell'amore, dell'amicizia e della buona cucina. Ma ha anche il sapore della solitudine, della sconfitta, della rassegnazione e della vendetta.
Jean Claude Izzo oramai, dopo la sua prematura scomparsa, entrato nel mito, è forse lo scrittore francese che più ha incarnato l'idea di romanzo noir, genere letterario che ha nei grandi scrittori francesi la sua vera ragion d'essere. Leggendo Izzo, non si può fare a meno di pensare ad altri grandi: Malet, Simenon e Manchette, tristi, cinici, melanconici, duri, in poche parole neri come lui.
Izzo indubbiamente, come i maestri citati ha fatto scuola, divenendo a sua volta maestro di intere generazioni di scrittori.

Questo libro, che ha il respiro degno della miglior tragedia greca, è il primo capitolo della trilogia su Fabio Montale ex poliziotto marsigliese, tornato nella sua città per trovare un qualche senso e una sorta di vaga giustizia all'assassinio del suo amico Manu. Ed è Marsiglia la vera protagonista di questa storia. La città francese è forse quella che più di altre può rendere l'idea di quello che è, nelle sue estreme conseguenze, il mondo europeo attuale, con molteplici contraddizioni, crocevia nel mediterraneo di razze ed interessi di varia natura.

Montale, antieroe per eccellenza, si muove nella sua città con passione, ma anche con evidente disincanto, quasi spinto solo dalla forza dell'istinto, che lo porta per inerzia ed odio, più che per convinzione, a fare le scelte giuste e le azioni adeguate alla sua inderogabile necessità di ristabilire un equilibrio nel mondo che lo circonda. Conseguentemente, nel corso della vicenda, tenterà disperatamente di ristabilire anche il suo equilibrio interiore, spezzato da anni, in maniera quasi irrimediabile. Il personaggio creato da Izzo è lontano anni luce da molti altri protagonisti della letteratura noir, poliziesca e thriller. Il mondo in cui si muove, l'ambiente suo naturale, vive nell'ombra e ai confini con la legalità. Non è il solito poliziotto, magari con caratteristiche un pò controverse e con un pizzico di anticonformismo, che però ha ben chiari i confini tra bene e male. Montale sa, invece, che la realtà vive innanzitutto all'interno di questo perenne grigio, che sfuma non di rado nel nero, in cui la malavita e la polizia sono spesso attori protagonisti, condividendo interessi e corruzione.

Volendo fare un paragone il suo Montale ricorda molto l'Alligatore di Carlotto, non a caso migliore scrittore noir italiano, che molti punti di contatto ha con Izzo, sia nello stile, sia nel linguaggio, che nelle scelte narrative. Carlotto ovviamente non si limita ad ispirarsi allo scrittore francese, perchè sta dimostrando di saper sviluppare una narrativa del tutto originale, con grande coraggio e notevole sapienza. Ma ogni grande scrittore ha sempre dietro uno o più grandi maestri.

Gli altri protagonisti della storia, oltre ai già citati musica, cucina e mare (perenne e a tratti metafisica e imprescindibile presenza), sono uomini e donne quasi ridotti ad essere delle ombre: i pochissimi affetti, soprattutto donne, che cercano di aiutarlo, ma anche loro con una dose notevole di disincanto; i molti migranti, che hanno scelto la città come loro meta, assorbendone la cruda violenza; ed infine gli elementi della criminalità marsigliese e dell'estrema destra; avversari e in qualche caso occasionali alleati, i primi; assoluti nemici, quasi impalpabili, i secondi.
Leggere Izzo non è solo un piacere, ma in qualche modo un dovere morale.

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